Quasi scontato che l’inciampo a cui Fratelli d’Italia ha costretto Roberti potesse diventare una occasione troppo ghiotta per l’opposizione, che in qualche maniera deve guadagnare terreno dopo la clamorosa sconfitta del 25 e 26 giugno, perfino inimmaginabile nelle proporzioni.
La prima a dare fiato alle trombe e Micaela Fanelli che, partendo proprio dalle difficoltà che sta incontrando il neo eletto presidente nella formazione dell’esecutivo, definisce il Molise «una Regione paralizzata per l’assenza di coesione interna alla maggioranza eletta a furor di popolo, ma che si mostra, esattamente come successo con Toma, totalmente incapace di pensare ai bisogni urgenti dei molisani. Un centrodestra in cui non c’è nulla di nuovo – afferma Fanelli –, che prosegue nell’essere avviluppato nelle divisioni, alle quali il presunto leader Roberti non riesce a dare risposta. L’unica incredibile frase che ha il coraggio si rilasciare ai giornalisti è “domandate a Donzelli”. Ma si può rispondere cosi? Assolutamente no».
Quanto sta accadendo, per la pasionaria consigliera del Pd «è estremamente imbarazzante», con l’aggravante che «la Regione è paralizzata e avvinghiata dalla morsa dei debiti».
Il problema risiede a Roma – ragiona ancora Fanelli –, ma «la responsabilità di scelta è di Roberti che ha già, invece, ampiamente dimostrato di non essere in grado di tenere le file di una maggioranza allo sbando. Non essere all’altezza di governare una Regione in cui, a un mese dal voto, il primo partito ancora non riesce a mettersi d’accordo è semplicemente umiliante per i cittadini che sono stati chiamati alle urne».
La consigliera entra anche nel merito delle deleghe assegnate agli assessori: «Ci chiediamo se non si possa discutere in termini di opportunità ed etica. Non viene in mente a nessuno un simile pensiero? Così come non viene in mente a nessuno l’ulteriore spesa (circa 12mila euro al mese) che il Molise dovrà sostenere per un assessore che fu già nominato da Toma e mai eletto dai molisani? Così come, anche solo poter pensare di aumentare ulteriormente i costi dei rappresentanti politici con modifiche normative per ricomprendere ed accontentare più esponenti del centrodestra, è una mera e assurda follia».
La vicepresidenza assegnata a Forza Italia, medesimo partito del governatore, «sovverte – sostiene l’esponente dem – ogni logica di equilibrio politico, dimostrando nervi poco saldi e incapacità di costruire fondamenta solide su cui poggiare la XIII legislatura».
Fanelli tira in ballo Toma, che – afferma – ci ha già abituato ai balletti e sappiamo come è andata a finire. Di sicuro ad oggi Roberti ha già un primato: aver battuto i tempi della disfatta e del tradimento compiuto ai danni dei molisani che si erano forse illusi che, almeno questa volta, i problemi di questa terra potessero venire prima delle diatribe e delle spartizioni di poltrone».
Per la chiosa Fanelli prende in prestito un classico della “proverbistica” italiana: «Se il buongiorno si vede dal mattino, sul Molise continuerà a essere una giornata buia e tempestosa».